
26 Apr Abbiamo estruso del filamento al carbonio: ecco il risultato
Il carbonio è qualche tempo oggetto di sperimentazione nel mondo della stampa 3D. Attualmente sono in commercio filamenti di vario tipo realizzati con una percentuale di fibra di carbonio, anche se si tratta di materiali molto costosi (anche oltre i 400 euro al kg).
Per questo motivo, le bobine di carbonio non sono diffuse nella stampa 3D domestica: gli usi più frequenti riguardano principalmente soluzioni industriali, come ad esempio pompe di circolazione, componenti che devono stare a contatto con fluidi aggressivi o destinati al settore automotive.
Il filamento di polipropilene e carbonio, infatti, ha diverse proprietà utili: tra queste, possiamo citare l’elevato carico a rottura, la duttilità, l’ottima resistenza termica e all’abrasione, l’impermeabilità e la robustezza.
Nei giorni scorsi abbiamo provato a estrudere un filamento contenente carbonio con Felfil Evo, e il risultato si è rivelato più che soddisfacente. Siamo partiti da un pellet di carbonio e polipropilene, e ne abbiamo messo una parte nel serbatoio di Felfil Evo.
Dopo alcuni test abbiamo impostato i parametri di estrusione: 230 gradi e 7 giri al minuto. Successivamente, abbiamo estruso il filamento e ne abbiamo ricavato una bobina, utilizzando lo Spooler che abbiamo progettato e che presto sarà a disposizione sul nostro sito come complemento di Felfil Evo; infine, abbiamo provato a utilizzare il filamento così ottenuto per realizzare alcune stampe 3D.
Il carbonio non è un materiale facile da stampare; sono necessarie alcune prove prima di raggiungere un risultato soddisfacente. Vi consigliamo di preparare un piano in polipropilene (noi abbiamo utilizzato dello scotch), e di impostare la temperatura dell’ugello a circa 240 gradi.
Noi abbiamo utilizzato il filamento estruso per realizzare un apribottiglie: le proprietà del carbonio, infatti, si rivelano utili non solo in ambito industriale, ma anche per oggetti più comuni che richiedono, per funzionare, una certa robustezza.
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