10 Giu Come nasce Felfil
Ciao maker,
Come accennato nella scorsa puntata, il progetto Felfil nasce nel momento in cui ci siamo avvicinati al mondo maker, dell’autoproduzione e delle stampanti 3D.
Pensiamo sia evidente che il periodo attuale rappresenti un momento di sperimentazione più che di diffusione delle stampanti 3D; quest’ultima avverrà quando le applicazioni correllate alla stampa 3D saranno per qualità e quantità un reale vantaggio anche per il consumatore medio. Attualmente siamo un po’ distanti da questo obiettivo, ma ogni giorno nel mondo un piccolo passo viene fatto in questa direzione, quindi statene certi che prima o poi ci arriveremo.
Ora, per chi non fosse esperto del settore, le stampanti 3d più diffuse sono quelle che utilizzano una tecnologia FDM (fused deposition modeling). In parole povere il materiale con cui verrà composto l’oggetto da stampare viene preso da una bobina di plastica che viene sciolta man mano che il processo di stampa avanza. I materiali più utilizzati per quello che riguarda questa tecnologia sono PLA e ABS.
Questi due materiali hanno un costo particolarmente basso a livello industriale (circa 3 €/kg), eppure dovendo comprare un filamento da stampa 3D vi accorgereste subito che il prezzo per l’utente finale è tutt’altro che economico, siamo infatti tra i 25 e i 45 €/kg. Un bel ricarico no?
Inoltre,la fase di sperimentazione attuale, implica un notevole spreco di materiale. La tecnologia ancora imperfetta delle stampanti fa si che le stampe difettose siano una discreta percentuale a cui vanno aggiunti tutti quegli oggetti stampati per sfizio o per divertimento che poi restano su uno scaffale a prendere polvere.
Quando abbiamo osservato queste criticità per la prima volta eravamo già impegnati a capire cosa avremmo fatto della nostra tesi di laurea. Così, un po per necessità e un po’ per sfida abbiamo deciso di immaginare soluzioni possibili e concrete.
Felfil, che ha visto la luce quasi un anno più tardi è la “nostra” soluzione al problema.
Si tratta di un estrusore di plastica per uso domestico, in grado di creare il filamento di stampa, partendo da scarti o materiale vergine. In questo modo possiamo abbattere i costi d’acquisto delle bobine, ottenendo il filamento a partire da un granulato industriale oppure utilizzando le vecchie stampe o i modelli difettosi difettose di cui parlavamo prima.
E la cosa bella è che ci guadagnano tutti: l’utente risparmia e trova una giusta ricollocazione per tutto il materiale già stampato e l’ambiente ringrazia per un gesto etico e concreto. Inoltre i maker più integralisti possono finalmente sperimentare con i vari materiali di stampa, trovando nuove combinazioni di composizione e colore, tutto in maniera indipendente dai sistemi produttivi contemporanei, in linea con la filosofia che sottende le stampanti 3D.
Realizzare Felfil per noi è stata una sfida…una duplice sfida. Se da un lato abbiamo deciso di curare l’aspetto tecnico-funzionale dall’altro abbiamo deciso di abbracciare la filosofia open come sistema di aggregazione degli utenti, condivisione della cultura e diffusione del progetto.
Per questo motivo Felfil è stato progettatto come prodotto totalmente autoproducibile, con gli strumenti tipici di un Fablab.
Quindi cosa aspettate? Scaricate le istruzioni e disegni tecnici e provate a costruirne uno! Ma soprattutto condividete il progetto!
Un abbraccio open a tutti.
C.C.