Estrusione di materiali organici: i nostri esperimenti

Estrusione di materiali organici? Come riciclare scarti di alimenti per creare oggetti con la stampa 3D!

 

Da sempre uno dei nostri obiettivi principali è quello di cercare di utilizzare più scarti possibili durante i nostri esperimenti, in modo da ridurre al minimo gli sprechi.
Partire da scarti per arrivare a nuovi oggetti racchiude il senso del nostro lavoro, e ci permette di dare valore ad oggetti che per molti rappresentano solo dei rifiuti.
Come già sappiamo, è possibile sperimentare con l’estrusione anche aggiungendo scarti organici alla plastica nelle giuste proporzioni. 

Nel nostro laboratorio abbiamo provato filamenti di ogni tipo e quelli caricati con scarti organici sono sempre fonte di grande soddisfazione.

Quali materiali organici abbiamo trasformato in filamento?

 

Shells of mussels  PLA and coffee 

Noi abbiamo ottenuto filamenti con polveri di Caffè, Arancia, Zucca e Gusci di Cozza, ma l’esperimento potrebbe essere ripetuto con molti altri scarti organici, basta seguire attentamente pochi semplici passaggi.

 

Come trasformare i rifiuti organici in filamenti per la stampa 3d?

 

Il processo è facile ma richiede un po’ di pazienza. Ogni scarto è diverso e necessita di prove per poter arrivare ai giusti parametri: niente panico, ti guidiamo noi attraverso i passaggi!

Il procedimento

La prima cosa da fare è raccogliere e tenere da parte le bucce di alimenti che vogliamo provare a trasformare in filamento.

Bisogna poi essiccare per bene le bucce (nel caso di zucca e arancia) o i chicchi di caffè e le cozze in modo da togliere tutta l’umidità che andrebbe a compromettere la riuscita dell’esperimento. Quando il materiale ha trattenuto troppa umidità, il filamento risulta fragile, di diametro incostante e durante il processo è possibile che vengano a formarsi bolle che rendono il filamento inutilizzabile. Ti consigliamo di essiccare gli scarti per almeno 15-20 ore.

Dopo l’essiccazione possiamo procedere con il ridurre tutto in polvere e setacciare. Finalmente poi uniamo il composto alla plastica vergine e avviamo una prima estrusione.

Uno dei problemi a cui ci possiamo trovare di fronte potrebbe essere la non ottimale consistenza del filamento dopo la prima estrusione: se la plastica e la polvere non si mixano adeguatamente il filo potrebbe non essere dei migliori ma nessun problema: basta tritare di nuovo tutto e procedere con una seconda estrusione, che risulterà sicuramente più omogenea.

Una volta ottenuta la quantità di filamento desiderata non basta che procedere con la stampa.

Il Sistema Felfil ti permette di testare e sperimentare anche con minime quantità di materiale, in modo da risparmiare tempi e costi. 

Questi esperimenti sono esempi perfetti di come anche scarti di cibo possano essere trasformati in oggetti grazie all’estrusione e stampa 3D. Qui a Felfil cerchiamo sempre di dare una seconda vita ai materiali di scarto, quando possibile, e ogni successo è motivo di grande orgoglio per noi. Siamo sempre alla ricerca di nuove sfide, quindi se hai qualcosa da proporci non esitare a contattarci! 

 

Hai qualche idea per i nostri esperimenti?