
19 Feb Quali plastiche possono diventare filamento per la stampa 3D?
Trasformare gli scarti plastici in nuovo filamento permette di ridurre gli sprechi. Tuttavia, non tutte le plastiche sono riciclabili. Vediamo insieme le principali.
Tutti conosciamo l’importanza di riciclare i materiali plastici, e quanto questo sia importante per salvaguardare il nostro pianeta. Per avere un’idea di quanto la plastica impatti sull’ambiente, basti pensare che secondo le stime ogni minuto si riversa nell’oceano l’equivalente di un camion pieno di rifiuti di plastica (fonte: Greenpeace).
Anche nel nostro piccolo possiamo contribuire a migliorare la situazione. A noi appassionati di stampa 3D, in particolare, è richiesto di avere un’attenzione speciale: lavoriamo continuamente con materiali plastici, e nel processo di stampa produciamo inevitabilmente una certa quantità di scarti nel corso di esperimenti e tentativi.
Il nostro sistema di estrusione domestico nasce proprio per andare in questa direzione: permette, infatti, di trasformare i materiali di scarto della stampa 3D in nuovo filamento, così da reintrodurli nel circuito produttivo e ridurre gli sprechi. In questo modo si utilizza meno plastica e si risparmia sull’acquisto di nuovo filamento.
Tuttavia, non tutte le plastiche sono riciclabili in ambito domestico, e non tutte si comportano allo stesso modo: per questo è fondamentale identificare correttamente il materiale plastico con cui si sta lavorando. Fortunatamente farlo è abbastanza semplice: per la maggior parte delle plastiche tutto quello che occorre è identificare il numero distintivo riportato all’interno della tradizionale icona. A questo punto, si può immediatamente capire se il materiale può essere trasformato in filamento oppure no.
Per semplicità riportiamo qui sotto i materiali principali:
PETE or PET (1)
È probabilmente il materiale più comune, frequentemente utilizzato per bottiglie, flaconi e molto altro; è molto difficile trasformarlo in nuovo filamento. A volte può assorbire l’odore dei cibi e dei liquidi per cui è usato come contenitore e soprattutto è pensato per lo stampaggio a soffiaggio. Per questo motivo estruderlo non è semplice, anzi molto difficile.
HDPE (2)
Questo materiale è utilizzato nella produzione di bottiglie plastiche, contenitori per il cibo, tubature resistenti alla corrosione. È possibile ottenere nuovo filamento riciclandolo, anche se è consigliato avere un sistema di raffreddamento per semplificare l’operazione (come quello messo a disposizione dal nostro Spooler).
PVC (3)
Utilizzato per imballaggi alimentari, in ambito edilizio e per attrezzature mediche. Il PVC, a causa della sua composizione chimica potenzialmente pericolosa, non è riciclabile in ambito domestico.
LDPE (4)
L’LDPE è largamente usato per la fabbricazione di vari contenitori, bottiglie usa e getta, flaconi per detersivi, tubazioni, borse di plastica. Si tratta di un materiale potenzialmente riciclabile, sebbene tritarlo non sia semplice a causa della forma degli elementi in cui lo troviamo, che non sono sempre facili da trattare. Per questo consigliamo di non estrudere questo materiale per via delle difficoltà che presenta.
PP (5)
Il polipropilene è uno dei materiali più utilizzati nel mondo delle materie plastiche, e può essere trasformato tranquillamente in nuovo filamento.
PS (6)
Comunemente noto come polistirolo, viene usato per produrre vaschette per alimenti, posate, piatti, tappi, imballaggi e molto altro. Anche questo materiale può essere riciclato in filamento senza troppe difficoltà (in ogni caso è possibile che particolari tipi di polistirolo non possano essere estrusi).
Altre plastiche (7)
Questa categoria comprende numerose plastiche; per un approfondimento sull’estrusione ti consigliamo di visitare la pagina dedicata all’interno del nostro sito web.
Chiudiamo con una precisazione: sebbene per i materiali che abbiamo indicato l’estrusione sia possibile, ogni plastica, anche della stesso tipo, può avere un comportamento a sè stante (dovuto allo stampaggio a iniezione delle parti originali). Inoltre, la qualità e la riuscita dell’estrusione possono dipendere da numerosi fattori, come la temperatura esterna o la dimensione dei granuli di partenza.
Per maggiori informazioni sull’estrusione dei materiali più comuni ti invitiamo a scaricare gratuitamente qui sotto la guida che abbiamo creato. Restiamo a disposizione per maggiori informazioni o per richieste di assistenza specifiche.