
17 Gen Riciclo delle stampe SLS con stampa FDM? Ecco qui il nostro esperimento
Negli ultimi anni la tecnologia delle stampe 3D si è diversificata. La più diffusa ad oggi è la stampante FDM o Fused deposition modelling ma sicuramente conoscerete tutti anche la tecnologia SLS, che utilizza un laser ad alta potenza per sinterizzare particelle di polvere di polimero e trasformarle in un oggetto solido.
Le stampanti 3D sono tutte diverse, hanno in comune il fatto di produrre un oggetto finale ma le tecnologie alla base non si incontrano mai.
Ma l’incontro tra stampanti FDM e SLS è veramente impossibile?
Abbiamo ricevuto molte richieste sulla possibilità di riciclare scarti di stampe SLS e siccome amiamo i nostri clienti, l’ambiente e le sfide, siamo pronti a condividere i risultati del nostro test di riciclaggio delle stampe SLS.
Prima di addentrarci nel cuore dell’esperimento presentiamo il materiale protagonista del processo di riciclo di oggi: Nylon PA12. Gli oggetti di partenza nel processo di riciclo sono scarti di stampe SLS in Nylon PA12.
Come sapete il riciclo di scarti di stampe 3D è da sempre uno dei pilastri centrali della nostra filosofia e aggiungere altri materiali alla lista delle stampe riciclabili è sempre motivo di orgoglio e soddisfazione.
Aprire la possibilità del riciclo anche a stampe di altre tecnologie, come quella SLS, sarebbe un’opportunità enorme per tutti noi.
Come abbiamo svolto l’esperimento?
Dopo aver ricevuto il materiale per la prova il primo passo è, come sempre, la triturazione. Per essere sicuri di ottenere scaglie piccole di Nylon PA12 è sempre meglio effettuare due cicli di triturazione, in modo da ottenere un materiale tritato omogeneo.
Il materiale prima di essere estruso necessita dell’essiccazione; essendo infatti un materiale stampato di scarto potrebbe aver assorbito umidità che andrebbe a rovinare la nostra prova di riciclo.
Estrusione
La prima estrusione di un materiale nuovo è sempre fonte di grande emozione, ma richiede spesso tempo per le prove e i tentativi. I giusti parametri si trovano testando diverse combinazioni e analizzando i risultati, fino ad arrivare ad uno che ci soddisfa (ricordando che anche i parametri ambientali possono influire sul risultato della prova). Per questo esperimento abbiamo utilizzato il nostro estrusore Felfil Evo, dopo alcuni tentativi abbiamo trovato ottimi risultati impostando 225°C di temperatura e 6 rpm.
Il filamento di Nylon riciclato ottenuto presentava le caratteristiche standard di un classico filamento che si trova in commercio.
La prova di stampa
Arrivati a questo punto, la prova di stampa è d’obbligo per testare fino in fondo il materiale riciclato. Dopo aver estruso un nuovo materiale bisogna verificare le caratteristiche che si ottengono durante la stampa per confermare che il riciclo non abbia compromesso o modificato le sue qualità classiche. Per il Nylon SLS riciclato abbiamo utilizzato un profilo di stampa ABS standard, con ugello 250°C e piatto riscaldato a 110°C, applicando un raft.
La prova di stampa è stata superata positivamente con risultati comparabili a stampe Nylon.
Possiamo dunque confermare il successo di questo esperimento, che si dimostra di fondamentale importanza sia per il mondo del riciclo che per la stampa 3D. L’incontro e il mescolamento di più tecnologie di stampa 3D non è una cosa che si vede tutti i giorni e siamo contenti di aver dimostrato quando in realtà questi mondi così lontani siano in realtà più raggiungibili di quanto pensiamo.
Sicuramente il riciclo da oggetti di scarto SLS ha caratteristiche diverse dal riciclo di polveri di scarto SLS ma per questo non vi preoccupate, gli esperimenti con le polveri sono già in corso, non vi resta che continuare a seguirci per non perdere i prossimi aggiornamenti.
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