
15 Mag Un po’ di noi
Ciao maker,
Oggi teniamo a battesimo un nuovo spazio; un blog che ci permetterà di aggiornarvi passo passo sul nostro lavoro, e che ci possa regalare degli spunti interessanti con cui dialogare con voi.
Questo blog nasce con la voglia di condividere idee, punti di vista e passioni che ci riguardano con tutti voi; la nostra filosofia è sempre open e volevamo estendere il concetto anche alla comunicazione dei nostri progetti, sperando che possiate apprezzarne se non tutti i contenuti almeno l’impegno che ci metteremo.
Per cominciare credo sia bene partire dalle presentazioni di rito: noi siamo il Collettivo Cocomeri, un piccolo team di quattro designer nato all’interno della facoltà di Ecodesign al Politecnico di Torino.
Al momento di iniziare a scrivere la nostra tesi di laurea magistrale, ormai due anni fa (ahimè) ci siamo avvicinati al mondo dei maker e dell’autoproduzione, scoprendo un ecosistema estremamente interessante e vario, ricco di conoscenze e di idee, ma ancora poco conosciuto ed apprezzato al di fuori di una stretta cerchia di addetti ai lavori.
Abbiamo conosciuto i ragazzi del Fablab Torino e gli straordinari progetti che portano avanti con poche risorse e tanto ingegno. Con la loro collaborazione abbiamo avviato il nostro progetto di tesi, Felfil, che senza di loro sarebbe rimasto un mero esercizio di pensiero e che invece ha visto la luce, in carne ed ossa (forse sarebbe più corretto dire in legno e metallo..). Per questo motivo siamo grati a loro e ed venuto spontaneo per noi spendere una parte delle nostre energie e del nostro tempo, dopo esserci finalmente laureati, alla promozione e a raccontare il mondo dei Fablab e dei maker italiani, un movimento che vi assicuriamo, non ha nulla da invidiare a quelli esteri, anzi.
Proprio al Fablab, osservando la diffusione delle stampanti 3D all’interno del mondo makeristico e le loro potenzialità, abbiamo riscontrato due criticità di fondo: una legata al costo del materiale, che non si allineava per nulla con la discesa dei prezzi delle macchine, e l’altra legata al grande consumo di materiale plastico per la produzione di oggetti molto spesso inutili o difettosi (spreco però necessario visto il periodo di grande sperimentazione).
Qui ci si accende la lampadina e nasce Felfil, che si tratta di un piccolo estrusore di plastica per uso domestico che si propone di rendere meno costoso stampare in 3D e al tempo stesso di operare in maniera etica riciclando i propri scarti plastici. In pratica, partendo da un granulato di plastica (riciclata o vergine) è in grado di produrre il filamento utilizzato nelle comuni stampanti 3D FDM.
Una buona idea che non siamo stati gli unici ad avere. Infatti nel periodo tra la definizione del concept (2013) e la realizzazione effettiva (giugno 2014) molti altri progetti simili sono nati, negli Stati Uniti soprattutto, e qualcuno anche in Europa.
Felfil però sottende ad una filosofia progettuale e costruttiva unica. I disegni tecnici e le istruzioni per il corretto assemblaggio sono Open, liberamente scaricabili all’interno di questo sito, sia in italiano che in inglese. Inoltre, gran parte dei nostri sforzi sono andati nella direzione di rendere Felfil realmente un oggetto autoproducibile col minimo sforzo materiale ed economico. Per questo siamo orgogliosi del fatto che circa il 40% dei componenti utilizzati siano di recupero, in alcuni casi salvati direttamente dalla discarica. Ed inoltre un altro 30% è composto da materiale standard facilmente acquistabile in tutto il mondo.
Tutto ciò per spiegare come questo progetto per noi non rappresenta solo una ricerca verso sistemi di progettazione e produzione alternativi, ma anche e soprattutto, un modo di condividere il proprio lavoro affichè altri possano goderne e migliorarlo come meglio credono, applicando la sua eticità nel concreto della propria esperienza.
Un abbraccio open a tutti.
C.C.