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Upprinting Food crea snack stampati in 3D dagli scarti alimentari

A livello mondiale ogni anno circa un terzo del cibo destinato al consumo alimentare viene sprecato (dati FAO): si tratta di una quantità enorme, che ammonta a circa 1.3 miliardi di tonnellate, provenienti per la maggior parte, come facilmente intuibile, da frutta e verdura andate a male o danneggiate durante il trasporto.

Provare a ridurre tali sprechi è l’obiettivo della giovane azienda-progetto olandese Upprinting Food, nata da un’idea di Elzelinde van Doleweerd, neo laureata all’Università di Eindhoven con una tesi sperimentale sull’utilizzo della stampa 3D in ambito alimentare. Il progetto prevede di utilizzare questa tecnologia per recuperare il cibo che verrebbe buttato e renderlo nuovamente consumabile e appetitoso.

In ogni parte del mondo cibi diversi vengono sprecati in quantità diverse; in Olanda il triste primato appartiene al pane raffermo, e per questo motivo inizialmente la sperimentazione si è focalizzata su questo alimento, come racconta la stessa Elzelinde: “Quando il pane è vecchio, si secca e a nessuno piace mangiarlo: per questo ho deciso di utilizzarlo per creare una pasta alimentare”.

Per creare una pasta stampabile e appetitosa, al pane schiacciato vengono aggiunte erbe e spezie, così da renderlo più saporito. Successivamente la pasta viene inserita nella stampante 3D utilizzando una siringa, e poi cotta e deidratata per preservarne la conservazione.

 

Alla fine il prodotto che si ottiene è uno snack saporito, che può essere conservato in contenitori sigillati, dove è protetto dall’azione dell’aria, uno dei fattori che maggiormente contribuiscono al deterioramento del cibo: “In questo modo non può esserci attività batterica”, spiega Elzelinde, “il cibo è sicuro e può essere conservato per un lungo periodo di tempo”.

Al momento Upprinting Food sta espandendo la gamma di alimenti che supporta e ha già realizzato progetti simili con frutta e verdura e ricevuto diversi riconoscimenti.

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